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Prestiti: non basta dire “me li ha dati papà”. Per l’Agenzia delle Entrate vanno giustificati

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prestitiNon basta dire “me li ha dati papà”. Quando vi regalano una somma di denaro, anche se si tratta di un parente, la dovete sempre “giustificare” agli occhi dell’Agenzia delle Entrate. In altre parole, dovete essere pronti a dimostrare da dove provengono questi soldi. In caso contrario, infatti, il fisco potrebbe presumere che si tratti di “nero” e, a seguito di un accertamento con i tanti strumenti a disposizione dell’Agenzia, potrebbe chiedervi di pagare le tasse su dette somme, pur avendole ricevute in prestito o regalo.   Questa è una delle tante conseguenze derivanti dai nuovi strumenti di controllo dell’amministrazione finanziaria, capace ormai di verificare (grazie al redditometro) il volume di spese dei contribuenti e (grazie all’anagrafe tributaria) ogni movimentazione bancaria in entrata o in uscita dal conto corrente.   Facciamo un esempio. In occasione di una ricorrenza, vostra madre vi regala una discreta somma di denaro. Con il gruzzoletto, andate dal vostro rivenditore di fiducia e comprate un cellulare di ultima generazione, un computer da tavolo o, magari, un pacchetto turistico per una vacanza di una settimana. L’acquisto però non sfugge al fisco che, un domani, potrebbe chiedervi spiegazioni. Il vostro reddito mensile, infatti, è di appena 800 euro e non è verosimile che lo spendiate interamente in uno smartphone. Così, se non riuscirete a dimostrare che il cellulare, il computer o il viaggio sono stati acquistati con i soldi del vostro parente, l’Agenzia delle Entrate presumerà che si tratti invece di redditi non dichiarati. E allora saranno lacrime amare.   A questo punto, per quanto possa sembrare inverosimile che padre e figlio, per il compleanno di quest’ultimo, siglino un atto scritto di donazione, il consiglio è proprio quello di formalizzare ogni regalo con una scrittura privata avente data certa, nonché di far transitare il denaro attraverso strumenti tracciabili (per esempio: un bonifico bancario). Ciò vale, a maggior ragione, se si tratta di somme elevate (si pensi al regalo per il matrimonio).   La data certa potrà essere ottenuta – con la registrazione della scrittura presso l’Agenzia delle Entrate; – oppure con uno scambio di corrispondenza attraverso raccomandata a.r., atteso che il bollo apposto del postino è un atto con fede privilegiata che vale come piena prova; – o, in ultimo, ricorrendo a una PEC o una firma digitale.   Se quanto sopra è valido per le donazioni di denaro, a maggior ragione è ancora più necessario nei casi in cui la somma viene solo data in prestito (per esempio: un prestito tra fratelli). 

In pratica

È sempre conveniente giustificare, con una scrittura avente data certa, ogni donazione o prestito di denaro, anche se avvenuta tra parenti: diversamente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe presumere che si tratti di redditi non dichiarati e potrebbe scattare nei vostri confronti un accertamento fiscale.

fonte: La Legge per Tutti

 

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